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ANSIA GENERALIZZATA

Convivere con l’ansia si può

Ansia. Una parola che indica un disturbo che sta aumentando molto in fretta di questi tempi ed infatti, sempre più persone ne lamentano la presenza, a volte incessante, a volte plausibile in certe situazioni. Possiamo affermare che principalmente è una caratteristica del mondo di oggi, in cui tutti si sentono un po’ sotto stress, angosciati e a volte anche depressi. L’ansia viene dunque associata alla sfera emotiva della persona. La funzione dell'ansia è quella di ridurre le situazioni di pericolo, in pratica a livello sub cosciente il nostro organismo tenta di tenerci alla larga da una situazione che reputa pericolosa per noi stessi e lo fa creando una sensazione di forte disagio, che ha come fine ultimo, il farci desistere dall'intraprendere quell'azione.

I sintomi dell'ansia

Vari sono i sintomi dello stato ansioso, tuttavia nella maggior parte dei casi si manifesta con uno stato emotivo molto spiacevole, accompagnato da nervosismo, tensione e reazioni fisiologiche, quali tremore, palpitazioni, nausea ed altro. Nei disturbi d’ansia, si ha una continua formazione di stati ansiosi, che hanno la tendenza a diventare molto intensi e che si prolungano nel tempo. Un’ansia cronica dunque, dalla quale i soggetti cercano di scappare, combattendo contro se stessi, spesso soprattutto per cercare di vivere una vita “normale” ed essere di conseguenza accettati dagli altri.

Combattere l'ansia

Molte persone si trovano ad affrontare i loro stati ansiosi curandosi con degli psicofarmaci, gli ansiolitici, meglio conosciuti come tranquillanti, i quali però non curano le vere cause dell’ansia ed inoltre, usandoli in modo prolungato, possono provocare dipendenza e comunque devono essere prescritti da un Medico competente in materia. Convivere con l’ansia è comunque possibile. Vivere con un’ansia cronica è qualcosa che molte persone sperimentano nella loro vita, l’ansia ha in sé una natura aggressiva e quindi ciò porta agitazione nell’individuo. Di fatto, l’ansia va scaricata in qualche modo, facendo movimento o dialogando, bisogna quindi imparare a prevenire lo stato di malessere, rispettando il nostro equilibrio interiore. Naturalmente in alcuni casi questo non basta ed è lì che entra in gioco la psicologia, quando lo stato ansioso sfocia e si manifesta in qualcosa di più complesso. In certi casi comunque, è anche normale provare ansia per un qualcosa di inatteso, per esempio, o di concretamente preoccupante, quindi, possiamo affermare che convivere con uno stato ansioso è possibile così quanto superarlo.


 

Nel linguaggio comune il termine "ansia" viene spesso usato in modo improprio, riferendosi a generiche condizioni di apprensione, nervosismo e stress, molto comuni nella vita quotidiana, che nulla hanno a che vedere con il disturbo psichiatrico vero e proprio. L'ansia patologica non è un semplice disagio transitorio, ma una reazione abnorme che interferisce severamente con le prestazioni psico-intellettive, impedendo di fissare la mente su problemi e situazioni specifiche e di elaborarli, limitando la possibilità di svolgere le attività abituali. 

Il disturbo d'ansia generalizzata non insorge necessariamente in risposta a stimoli esterni, anche se eventi stressanti o un ambiente complessivamente sfavorevole possono slatentizzarne o aggravarne le manifestazioni. Proprio come la depressione, l'origine del disturbo d'ansia è legata all'alterato funzionamento di alcuni circuiti cerebrali, non ancora del tutto noti, ma che almeno in parte coinvolgono il sistema della serotonina e della noradrenalina. 

Il disturbo d'ansia può manifestarsi in un qualunque momento della vita, spesso in corrispondenza di periodi di transizione particolarmente critici o quando ci si trova di fronte a scelte difficili. A soffrirne sono soprattutto le donne (colpite con una frequenza doppia rispetto agli uomini), i bambini e gli anziani (specie se affetti da malattie croniche).

Fattori che aumentano la probabilità di sviluppare un disturbo d'ansia

· Essere donne.

· Aver vissuto esperienze traumatiche o aver assistito a eventi drammatici durante l'infanzia.

· Soffrire di malattie croniche (in particolare, cardiache, respiratorie, digestive e metaboliche) o l'aver sperimentato una patologia grave (per esempio, un tumore).

· Essere stati esposti a una fonte di stress acuto intenso o a stress più modesti, ma ripetuti nel tempo.

· Avere un profilo psicologico caratterizzato da una scarsa capacità di adattamento agli stimoli esterni e da una spontanea tendenza al nervosismo e alla preoccupazione.

· Predisposizione su base genetica.

· Assunzione di sostanze (alcol, droghe, farmaci, caffeina, nicotina, estratti fitoterapici ecc.) che tendono a peggiorare la risposta allo stress e ad aumentare la tendenza all'ansia.

 

Sintomi e Diagnosi del disturbo d'ansia generalizzata

 

Contrariamente a quanto avviene nel caso della depressione, arrivare alla diagnosidi disturbo d'ansia generalizzata è abbastanza semplice perché i sintomi sono ben riconoscibili e il disagio sperimentato porta i pazienti a rivolgersi al medico rapidamente. Oltre a sintomi psicologici, quali agitazione e irritabilità, la sindrome ansiosa si associa di norma a insonnia, alterazioni dell'appetito e a tutta una serie dimanifestazioni fisiche caratteristiche (accelerazione del battito cardiaco, difficoltà respiratorie, aumento della sete, bisogno di muoversi in continuazione, gesti ripetitivi ecc.) che possono ridurre la qualità di vita in modo significativo.

Per ottenere un corretto inquadramento del disturbo d'ansia, definirne con precisione la gravità e individuare la strategia terapeutica più adatta, è consigliabile rivolgersi a uno specialista.

 

Segni e sintomi psicofisici dell'ansia:

·  Indolenzimenti e contratture muscolari, tendenza a serrare i denti sia durante il giorno (digrignamento) sia durante la notte (bruxismo), voce tremante.

·  Ronzii alle orecchie, visione confusa, vampate, dolori localizzati privi di evidenti cause organiche.

·  Tachicardia, palpitazioni, dolori al centro del torace, cali di pressione, polso irregolare.

·  Senso di costrizione e oppressione al petto, difficoltà respiratorie, sensazione di soffocamento.

·  Aumento della frequenza urinaria, disturbi del ciclo mestruale e del desiderio sessuale.

·  Difficoltà a deglutire, difficoltà digestive, mancanza di appetito, nausea, vomito, diarrea.

·  Cefalea, vertigini, aumento della sudorazione, vampate oppure pallore, riduzione della salivazione.

·  Preoccupazione costante o ricorrente, ingiustificata o per motivi futili, pessimismo.

·  Irritabilità, incapacità a rilassarsi, ipersensibilità agli stimoli e trasalimenti, facilità al pianto, fobie specifiche.

·  Insonnia con difficoltà ad addormentarsi o sonno interrotto da incubi, problemi di concentrazione, ridotta capacità di memorizzazione.

 

Trattamento del disturbo d'ansia generalizzata

Esistono molti modi per contrastare il disturbo d'ansia generalizzata: tecniche di rilassamento, terapia farmacologica e psicoterapia. Spetterà al medico scegliere quello più adatto caso per caso, eventualmente combinandoli tra loro, in relazione alla gravità e alla durata del disturbo, alle caratteristiche e all'età del paziente, alla sua disponibilità a impegnarsi nel trattamento e alle attese rispetto agli esiti clinici.

Tecniche di rilassamento

Forme lievi di ansia e stress possono essere attenuate grazie a tecniche di rilassamento più o meno specifiche, che possono andare dai massaggi allo yoga, da un bagno caldo alla visualizzazione mentale guidata, da tecniche di respirazione profonda all'agopuntura. Ma anche l'ascolto della musica preferita, una nuotata o una passeggiata nella natura possono portare a miglioramenti significativi del livello di tensione. 

Quando queste contromisure si rivelano insufficienti e lo stato di allerta si associa anche a disturbi del sonno, si può trovare un blando aiuto aggiuntivo in alcuniprincipi attivi di origine naturale in grado di influenzare positivamente la funzionalità dei circuiti nervosi che controllano le reazioni allo stress. Tra questi, gli infusi di tiglio o camomilla, le tisane di malva, escolzia o valeriana, gli estratti di biancospino o passiflora e miscele di tutte le piante citate sono i rimedi "verdi" più collaudati e innocui per allentare la tensione e favorire il sonno. Se si sceglie di utilizzarli, però, meglio optare per preparati certificati venduti in farmacia e informare il medico prima di iniziare ad assumerli, soprattutto se si stanno già utilizzando farmaci contro l'ansia o altre patologie e durante gravidanza e allattamento.

Terapia farmacologica

Quando il medico ritiene che per contrastare la forma d'ansia presente sia necessario ricorrere ai farmaci, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i principi attivi più utili non appartengono alla classe dei tranquillanti, ma a quella degli antidepressivi, in particolare i cosiddetti SSRI (inibitori del riassorbimento della serotonina). Gli SSRIsono farmaci ben tollerati e, di norma, non causano effetti collaterali rilevanti, ma per ottenerne i massimi benefici devono essere utilizzati seguendo attentamente le indicazioni del medico rispetto a dosaggi e tempi d'assunzione. 

Per osservare un miglioramento dei sintomi ansiosi è necessario avere un po' di pazienza perché il loro effetto ansiolitico non è immediato, ma compare in media dopo 2-4 settimane dall'inizio dell'assunzione. Ottenuto il beneficio, poi, il trattamento non va interrotto fintanto che il medico non lo ritenga opportuno. Generalmente, ciò avviene dopo alcune settimane o mesi. L'abbandono dei farmaci deve essere sempre graduale, con progressive riduzioni della quantità assunta, e monitorato dal medico.

Nella piccola quota di pazienti in cui il disturbo d'ansia è così intenso da meritare un intervento farmacologico dagli effetti tranquillanti immediati, il medico può prescrivere composti della classe delle benzodiazepine, da assumere per non più di 2-3 settimane insieme agli SSRI, in attesa che si manifesti pienamente l'azione di questi ultimi. Le benzodiazepine sono farmaci delicati da gestire, poiché associati a un certo numero di effetti collaterali e controindicazioni, oltre che alla possibilità di indurre assuefazione e dipendenza fisica e psicologica. Per evitare un peggioramento dell'ansia, l'interruzione del trattamento con benzodiazepine dovrà essere graduale, con progressive riduzioni di dosaggio.

 

Approccio psicoterapico

I farmaci sono molto utili per attenuare le manifestazioni acute del disturbo d'ansia e favorirne il superamento, ma per risolvere il problema a lungo termine è necessario effettuare anche un lavoro di elaborazione e adattamento allo stimolo ansiogeno, avvalendosi di un supporto psicologico. 

Gli approcci terapeutici al trattamento dell'ansia si diversificano a seconda dell'orientamento teorico di partenza e del carattere più o meno pervasivo della condizione ansiosa.

Dal momento che le modalità di manifestazione dell'ansia sono numerose, molto differenti tra loro e non necessariamente riducibili ad una dimensione psicopatologica, Borgna (1998) suggerisce l'utilizzo articolato di strategie terapeutiche differenziate e modulate sulla base della specifica realtà individuale, piuttosto che il ricorso a programmi terapeutici omogenei ed uniformi.

Auto-consapevolezza

Bracconier (2003), partendo dal presupposto che l'origine dell'ansia non sia da ricercarsi esclusivamente nell'individuo né esclusivamente nell'ambiente bensì nell'interazione tra queste due parti, sostiene che il soggetto ansioso possa acquisire una maggiore consapevolezza degli aspetti che favoriscono l'insorgere dell'ansia ed esercitare in tal modo un controllo su di essa..

L'autore evidenzia, in particolare, alcuni passaggi per raggiungere una migliore conoscenza dei meccanismi che alimentano la condizione ansiosa. Per curare l'ansia è utile che l'individuo si impegni a perseguire i seguenti obiettivi:

- Conoscere i “filtri” personali che influenzano la propria percezione degli eventi e che sono in grado di trasformare il vissuto ansioso, amplificandolo o riducendolo. L'autore parla di tre principali filtri:

         1) La percezione soggettiva dell'evento, intendendo con questo il processo di valutazione attraverso il quale l'individuo che si trova in un determinato contesto, prima analizza la situazione, giudicando in che grado essa possa rappresentare una minaccia al proprio benessere, e poi sceglie le strategie di adattamento con cui affrontarla.

           2) L'attuazione concreta delle strategie di adattamento, o meccanismi di coping, che possono realizzarsi sia nella forma di un processo di pensiero sia nella forma di un'azione.

          Il soggetto, prendendo conoscenza delle proprie strategie di coping, potrà lavorare sulla loro efficacia e utilizzarle allo scopo di ridurre l'insorgere dell'ansia.

         3) La ricerca attiva del sostegno altrui, che può essere richiesto da parenti e amici o rivolgendosi a professionisti.

- Conoscere i propri meccanismi di difesa e utilizzarli al meglio: Bracconier (2003) indica, tra i meccanismi di difesa che possono essere usati per rimodellare il significato soggettivo di un evento:

         1) La rimozione, lo spostamento, l'allontanamento attraverso la distrazione, che può concretizzarsi, ad esempio, nella lettura di un libro o nella visione di un film che suscitano nel soggetto uno spostamento delle preoccupazioni grazie a un'identificazione automatica nel personaggio e al desiderio di identificazione con un personaggio positivo.

         2) La formazione reattiva, che può consentire al soggetto di affrontare come una sfida un evento altrimenti vissuto in modo minaccioso

           3) Il rivolgimento nel contrario o l'esagerazione degli aspetti positivi di una situazione

           4) L'umorismo

- Conoscere le proprie strategie di adattamento e utilizzarle al meglio. Bracconier (2003) distingue tra strategie di evitamento e strategie vigili. Le prime hanno lo scopo di distogliere l'attenzione dalla tensione emotiva; possono essere di tipo cognitivo, come i giochi o gli interessi artistici, e di tipo comportamentale, come le attività sportive, ma, come ricorda l'autore, risultano efficaci solo se il loro utilizzo è associato ad altre azioni che mirano ad affrontare lo stimolo stressante. Queste ultime appartengono al gruppo delle strategie vigili, che l'individuo mette in atto con due modalità principali: ricercando informazioni per giungere ad una migliore conoscenza della situazione e realizzando piani pensati per risolvere il problema. L'utilizzo di queste strategie può migliorare le capacità di controllo sull'ambiente esterno ed affinare, attraverso l'esperienza, le risorse personali; tuttavia, se la ricerca di informazioni portasse alla luce una situazione più grave del previsto, l'ansia potrebbe aumentare di intensità invece di attenuarsi (Bracconier, 2003).

Interventi di psicoeducazione per la cura dell'ansia

Di frequente, l'individuo che decide di rivolgersi ad uno specialista per ricevere un trattamento dei sintomi ansiosi, tende ad esporre il proprio disagio descrivendo un vago senso di malessere e dando maggior rilievo ai sintomi somatici, come l'affaticabilità, la tensione muscolare, l'incapacità a rilassarsi e a concentrarsi, ponendo in secondo piano le manifestazioni psichiche (Lingiardi, 1991). Secondo Lingiardi (1991), questa tendenza, riscontrata soprattutto nella pratica del medico generico, a cui spesso il soggetto ansioso richiede un primo aiuto, dipende soprattutto da fattori socioculturali, che, spingendo l'individuo ad investire in un rapporto sempre più diretto con le realtà contingenti materiali, inibiscono le capacità soggettive di auto-osservazione. Il soggetto ansioso, inserito in questo contesto, sarebbe dunque meno disposto a comunicare i risvolti psicologici dell'ansia poiché non ne possiede una sufficiente consapevolezza (Lingiardi, 1991).

Gli interventi di psicoeducazione, partendo dal presupposto che la conoscenza sia la base su cui realizzare un cambiamento, hanno lo scopo di promuovere nel soggetto una maggiore consapevolezza del suo disagio, fornendogli informazioni sulla natura dell'ansia, sulle sue cause e sui possibili trattamenti (Bracconier, 2003).

Le informazioni fornite a scopo psicoeducativo comprendono indicazioni sia di carattere generale che specialistico e la loro quantità e qualità deve potersi adattare allo specifico individuo che in quel momento le riceve. Sulla scorta di questa nuova consapevolezza, lo specialista ed il soggetto interessato potranno successivamente discutere sulle varie possibilità operative e formulare un progetto specifico (Bracconier, 2003).

Le psicoterapie per la cura dell'ansia

In questo contesto, la tecnica che ha dimostrato di riuscire a determinare i maggiori benefici è la terapia comportamentale indirizzata al "decondizionamento dallo stimolo ansiogeno", ossia a sciogliere il legame tra le situazioni critiche e la reazione ansiosa del paziente. 

Questa strategia prevede che la persona ansiosa, anziché evitarli, si esponga gradualmente agli eventi ritenuti stressanti, li analizzi con l'aiuto dello specialista e li elabori in chiave positiva per far rientrare l'esperienza vissuta in un contesto di normalità e affrontarla meglio in occasioni successive. La terapia comportamentale è molto utile anche in caso di ansia "anticipatoria": una forma di ansia che insorge prima dell'esposizione a uno stimolo notoriamente disturbante e che spesso è indotta dall'aver vissuto esperienze fortemente traumatiche in situazioni analoghe in precedenza. Accanto ad essa risulta molto efficace la psicoterapia sistemica relazionale.

Interventi di supporto

·  Seguire ritmi di vita regolari.

·  Dormire un numero sufficiente di ore per notte.

·  Alimentarsi in modo sano.

·  Praticare un'attività fisica moderata ogni giorno.

·  Evitare eccessivi stress lavorativi e ritagliarsi piccole pause per rilassarsi durante la giornata.

·  Assumere tutte le terapie prescritte dal medico con regolarità, ai dosaggi indicati.

·  Evitare di bere alcolici e bevande a base di caffeina.

·  Non fumare o cercare di ridurre il numero di sigarette abituali.

·  Frequentare gruppi di auto-mutuo aiuto e condividere la propria esperienza con altre persone affette da un problema analogo.

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