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INVECCHIARE BENE E' POSSIBILE?

La vecchiaia spaventa. Vecchiaia a volte significa isolamento, depressione, perdita delle autonomie. 

Davvero è solo questo la vecchiaia? 

O esiste un modo per entrare a patti con il fisico che cede, la memoria che gioca brutti scherzi, le rughe che si affacciano sul viso.. 

che valore hanno per noi le esperienze vissute nella vita, i ricordi, la famiglia, la riflessività, gli affetti, la possibilità di vivere il tempo libero senza il vincolo del lavoro?

Come costruirsi un nuovo modo di vivere?

Vivere una vecchiaia felice è possibile?

 

"Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele." Anna Magnani

L'aumento della popolazione anziana rappresenta un fenomeno importante della nostra società. Rispetto al passato non è variata la durata massima della vita umana, ma quello che si è modificato drasticamente è la percentuale degli individui che raggiungono l'età avanzata. Il numero di anziani in Italia di età compresa fra i 65 e 74 anni è 8 volte maggiore rispetto l'inizio del secolo scorso, mentre gli anziani con età superiore a 85 anni sono aumentati di oltre 24 volte.

La psicologia dell'invecchiamento si occupa dell'anziano nella sua globalità: analogamente ad ogni fase della vita umana non si può prescindere dall'importanza della componente affettiva che determina la modalità di risposta agli eventi della vita.

La modalità di invecchiamento non può prescindere dalla personalità e dalle esperienze, la vecchiaia rappresenta la sintesi del significato dell'esistenza: è nella vecchiaia che si può raggiungere la saggezza.

Recenti ricerche hanno evidenziato la possibilità di sviluppare situazioni creative proprio nella vecchiaia; studi condotti con modalità diverse hanno dato risultati diversi rispetto al passato: l'anziano può mantenere la sua efficienza psichica globale se sfrutta le risorse residue, ad esempio mediante l'allenamento mentale, e se motivato.

La definizione dell’invecchiamento è complessa, perché come ogni fase della nostra vita porta con sé un processo di cambiamento in cui il vissuto individuale non può prescindere dalla descrizione del cambiamento biologico o dal contesto sociale e fisico in cui è inserito l’individuo e viceversa.

Non è possibile, infatti, ridurre il processo di cambiamento all’analisi di un solo fattore, ma è necessario, lo diventa ancora di più all’interno di una valutazione psicologica della situazione, inserire il processo di cambiamento all’interno di una scala composta di fattori oggettivi e soggettivi.

I cambiamenti più diffusi riguardano le funzioni che permettono al soggetto di provvedere a sé, interamente o in parte, alle necessità quotidiane. E’ all’interno di questi cambiamenti nascono, con l’avanzare dell’età, determinate limitazioni, più o meno gravi, che fanno parte del processo di invecchiamento. Esse attengono a varie funzioni dell’organismo, quali la competenza cognitiva (memoria, attenzione, orientamento, ecc.), la comunicazione (linguaggio), la mobilità (camminare) e così via.

La persona anziana vede cedere le proprie gambe, la propria memoria, le proprie forze e si sente smarrita. Non si riconosce più. E’ un periodo di intensi cambiamenti.

Ma quali sono i fattori che influenzano i processi di invecchiamento?

• Fattori genetici, anche il sesso può essere un fattore predisponente (il maschio invecchia più precocemente).

Educazione e livello culturale che consentono di trovare più facilmente delle alternative di vita alla pensione, di creare delle strategie di sopravvivenza.

Benessere economico

Interazione e comunicazione

Comparsa di malattie invalidanti: l'anziano vive come intrinseca la sua malattia, il suo vissuto è che la malattia appartenga al suo destino.

Stile personale di vita, cioè subire o vivere la vita.

Appartenenza ad un nucleo socio-familiare, e sua influenza: il gruppo ha una grande responsabilità, mediante atteggiamenti di conferma o svalutativi, evidenzia gli aspetti positivi e negativi della condizione di vecchiaia; il gruppo può abbandonarti e farti sentire solo, o appoggiarti e darti il calore degli affetti; può essere giudicante o umile allievo.

Eventi drammatici: ad esempio la scomparsa di figure di riferimento.

Sradicamento dal proprio luogo di origine: essere allontanati dalla propria casa è fonte di grande smarrimento.

 

INVECCHIARE BENE È POSSIBILE!

 

Occorre entrare a patti con i nuovi limiti, e sapersi reinventare, ripartendo da ciò che è più ricco: la mente, il pensiero, i ricordi, le esperienze di una vita. Sono un tesoro inestimabile. E’ il momento di passare le proprie competenze ai figli, ai nipoti, alle nuove generazioni, poterle guidare, lasciare la parte migliore di sé nelle loro mani.

La grande sfida a cui sono chiamate tutte le società civili è come prevenire, affrontare e contrastare quei cambiamenti che portano con sé sofferenza, condizioni invalidanti e bisogno di cure. La persona che inizia a manifestare, con il progredire dell’età, limitazioni e sofferenze sul piano fisico e psichico necessita di un’attenzione approfondita e sensibile.

Prendersi cura dell’anziano significa:

-Saper considerare gli aspetti funzionali, clinici, psicologici e sociali che li caratterizzano;

-Saper praticare buone tecniche di assistenza, prevenzione, riabilitazione e cura;

-Saper utilizzare la tecnica dell’approccio globale e la metodologia della valutazione multidimensionale;

-Far ricorso a tutte le risorse disponibili.

 

L’INTERVENTO PSICOLOGICO

 

L’intervento psicologico verso la persona anziana si esprime in vario modo, con caratteristiche proprie, poiché differenti sono le problematiche correlate all’età senile. La depressione e il decadimento cognitivo rappresentano le due espressioni psicopatologiche più frequenti nell’anziano. Soprattutto nel declino cognitivo assume particolare importanza la comunicazione attenta e sensibile, fatta con parole, i gesti e il comportamento. L’anziano può nascondere il senso della sua storia e della sua identità, cercare un riparo e talvolta una maschera di fronte alle limitazioni che il progredire dell’età può causare, ma nel contempo forse richiama alla natura umana un diritto alla dignità, alla comprensione, alla speranza.

 

Le tappe per un efficace intervento psicologico e diagnostico si snodano, dapprima nella consultazione ed analisi della situazione con i familiari dell'anziano, successivamente nella valutazione a domicilio dell'anziano. Questo non è sempre possibile. L’anziano è spesso vittima del pregiudizio ed è possibile che non voglia rivelare alla famiglia lo stato di disagio in cui si trova: per non appesantirli, per senso di vergogna.. per molti motivi. Il desiderio di riservatezza va tutelato, e diviene oggetto di riflessione comune.

L’analisi della situazione, attraverso colloqui, interventi domiciliari (laddove è possibile) e strumenti di assessment, è indispensabile al fine di:

-Approfondire ed analizzare la situazione;

-Approntare sistemi preventivi di protezione ambientale-sanitaria;

-Identificare, nelle degenerazioni cognitive, non solo la gravità dei sintomi, ma monitorare le tappe di ripresa psicologica del paziente dopo interventi di riabilitazione cognitiva.

 

Per promuovere il benessere dell’anziano è importante valutare le differenti dimensioni:

-la sfera cognitiva, legata all'efficacia dell'adattamento dell'anziano all'ambiente

(linguaggio, memoria, attenzione, orientamento...);

-la sfera sociale e familiare, legata ai rapporti e alle modalità di gestione degli stessi con i familiari ed il proprio contesto sociale;

-la sfera emotiva ed affettiva, legata alla capacità di utilizzare le esperienze interiori, le emozioni, i sentimenti e gli stati d'animo;

-la sfera ambientale e funzionale, legata al contesto in cui l'anziano vive per meglio adattarlo alle sue capacità cognitive, consentendo la messa in atto di sistemi di prevenzione volti a compensare o minimizzare il declino delle abilità cognitive, da cui la messa in sicurezza dello svolgersi della vita quotidiana dell’anziano presso la propria abitazione (sistemazione degli arredi, collocazione degli oggetti, illuminazione, etc).

 

L'intervento di psicologia geriatrica può essere un valido aiuto per affrontare insieme ai familiari e alla persona anziana tutte quelle difficoltà che si possono riscontrare con il processo dell'invecchiamento. Una risposta efficace al fine di trovare possibili soluzioni funzionali ed un miglioramento nella qualità della vita dell'anziano.

 

Il IV Rapporto Nazionale su bisogni e disagi degli anziani in Italia dell’Associazione Filo d’Argento AUSER evidenzia un gran bisogno di compagnia e di socializzazione fra gli anziani; bisogni, questi, che se la famiglia non riesce a soddisfare, possono essere appagati in molte altre attività oggi possibili per gli anziani. Dalle attività di volontariato, alle associazioni che gestiscono le banche del tempo, alle università popolari e della terza età: mantenersi attivi mentalmente, fare nuove amicizie e ricostruire una rete sociale - anche per compensare i lutti frequenti nel corso di questi anni - sono i migliori ingredienti una serena e “moderna” vecchiaia.

 

A volte, parlare con un professionista, sentirsi accolti e ascoltati, è la prima e più importante delle cure.

 

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